Virtual Influencer, la nuova moda per fare marketin digitale
Sono giovani ragazzi e ragazze, sono cool, hanno centinaia di migliai di follower, fanno impazzire i brand ed hanno un tasso di engagement invidiabile. Ma in quale continente vivono ? Sono Europei, sono Asiatici oppure sono Americani? Nono sono nulla di tutto questo: sono avatar.
Si chiamano "Virtual Influencer" perché non sono persone reali; sono personaggi della fantasia che vengo contestualizzati da programmi digitali; sono semplicemnete immagini in 3D che hanno caratteristiche fisionomiche e comportamentali che simulano le persone in carne ed ossa.
L'Avatar viene creato attraverso il lavoro professionale di un programmatore esperto in grafica computerizzata (la cosiddetta CGI) e successivamente viene “animato” grazie a sistemi di intelligenza artificiale che consentono all'Influencer Virtuale di utilizzare il linguaggio naturale.
Eccovi accontentati. La prima a conquistare la rete è stata nel 2016 Miquela Sousa (@lilmiquela), che simula le sembianze di una giovane cantautrice appassionata di moda e musica. Il suo profilo Instagram è seguito da oltre i 2 milioni e 400 mila follower. Miquela Sousa ha già collaborato con grandi brand internazionali quali Prada, Gucci, Calvin Klein, Diesel.
Miquela è così verosimile ad un essere umano che rilascia interviste e si cimenta nella musica con video pubblicati su YouTube che raggiungono oltre 2 milioni di visualizzazioni. La cosa pazzesca è che molti dei suoi follower la ritengono più reale delle persone reali perché, nel mondo social, si comporta esattamente come loro: ama i selfie, cura il suo make-up, si occupa di moda, si mostra col suo fidanzato e si diverte con i suoi amici.
Un'altra Virtual Influencer interessante è Shudu (@shudu.gram). Questa Avatar è stata creata nel 2017 dall’artista e fotografo Cameron-James Wilson. Shudu inscena le sembianze di una modella afroasiatica e rappresenta la prima supermodella digitale, come dichiara lei stessa nella sua biografia di Instagram. Il suo feed è perfetto e come una modella in carne ed ossa, sui suoi social puoi trovare: scatti patinati, apparizioni su magazine di settore, sponsorizzazioni di brand. L'apice della sua popolarità è stato raggiunto quando ha siglato la collaborazione con Fenty Beauty di Rihanna.
Kenzo, Calvin Klein, Prada, Gucci, Versace, Dior sono solo alcuni dei brand che hanno ingaggiato i Virtual Creator per la promozione delle loro nuove collezioni. Addirittura la Maison Balmain, marchio dell’alta moda francese, ha deciso di commissionare la creazione di ben due Virtual Influencer, Margot e Zhi, che già usa per la promozione dei suoi abiti.
L’italiana Yoox ha creato Daisy, una modella avatar che sul sito indossa i vestiti scelti dai clienti consentendo loro di scegliere in assoluta tranquillità taglia, colore e tessuto.
Probabilmente al momento, i brand scelgono i Virtual Influencer per esplorare nuove nuove idee di marketing e comunicazione. Tuttavia è difficile stabilire quali saranno le scelte future in tema di influencer e se in concreto si assisterà ad uno stravolgimento del comparto dell'Influencer Marketing. Gli indicatori di sistema per capire l'efficacia degli Avatar sono come sempre le metriche legate al numero delle vendite che determineranno la capacità effettiva dei Virtual Influencer ad instaurare quella fiducia necessaria per convincere il consumatore a perfezionare l'acquisto.
Ma la vera domanda è:
Noi Maestri Orafi del distretto di Valenza, saremo mai pronti ad affidare le nostre meravigliose creazioni ad un Avatar?
Nella foto la creazione di una famosissima designer di Valenza
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